Fiasca per raffreddare liquidi
Caltagirone fine XVII sec. Palermo, Coll. privata.
Caltagirone fine XVII sec. Palermo, Coll. privata.
Vincenzo Di Giovanni nel Palermo Restaurato (1627 ca.) (Ris.An. pag. 135) a proposito dell'uso dell'acqua gelata annota che la chiesa di San Giuliano era "notabile per la freschezza dell'acqua che aveva in un pozzo, ove mandavano tutti i signori con cavalli, correndo a pigliar di detta acqua mentre stavano a tavola, come facevano anco alla chiesa del Pileri e del Puzzillo dell'Albergheria: ma introdotto l'uso della neve, non fu l'acqua predetta in pregio".
Nella relazione per i lavori di ristrutturazione della villa di Malaspina del duca di Sperlinga, l'architetto Marvuglia cita la niviera, il locale dove si teneva la neve per gelare l'acqua o preparare sorbetti. I viaggiatori inglesi del Settecento restavano piacevolmente meravigliati che a Palermo si facesse grande uso di acqua gelata cosa che non avevano visto altrove. Nelle montagne intorno a Palermo esistevano delle buche in cui, d'inverno, si ripostava la neve per utilizzarala d'estate in citta' nelle case dei nobili. In una traversa di via Alloro (VICOLO DELLA NEVE ALL'ALLORO) esisteva una bottega di vendita della neve.
Nella rara fiasca calatina il contenitore centrale veniva riempito di neve ghiacciata che raffreddava il liquido all'interno di essa. Una cordicella che passava per le anse serviva ad appendere l'oggetto quando non si usava.
Nella relazione per i lavori di ristrutturazione della villa di Malaspina del duca di Sperlinga, l'architetto Marvuglia cita la niviera, il locale dove si teneva la neve per gelare l'acqua o preparare sorbetti. I viaggiatori inglesi del Settecento restavano piacevolmente meravigliati che a Palermo si facesse grande uso di acqua gelata cosa che non avevano visto altrove. Nelle montagne intorno a Palermo esistevano delle buche in cui, d'inverno, si ripostava la neve per utilizzarala d'estate in citta' nelle case dei nobili. In una traversa di via Alloro (VICOLO DELLA NEVE ALL'ALLORO) esisteva una bottega di vendita della neve.
Nella rara fiasca calatina il contenitore centrale veniva riempito di neve ghiacciata che raffreddava il liquido all'interno di essa. Una cordicella che passava per le anse serviva ad appendere l'oggetto quando non si usava.
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